La crisi infinita di bar e ristoranti: «A rischio il modello dei Pubblici Esercizi Italiani»

L’allarme di Fipe-Confcommercio

La crisi infinita di bar e ristoranti: «A rischio il modello dei Pubblici Esercizi Italiani»

L’inattesa crisi pandemica del 2020, trascinatasi nel 2021, ha causato nel mondo della ristorazione 56 miliardi di perdite e la chiusura di 45 mila imprese. Ecco poi il caro energia e una pericolosa fiammata inflattiva.

Un esordio 2022, quello del settore della ristorazione e dei pubblici esercizi, che ha visto crescere esponenzialmente il costo delle materie prime e della bolletta energetica. Aumenti fino all’80%, tendenzialmente in ulteriore crescita, oggi alla base di un generalizzato aumento dei prezzi.

Un circolo vizioso che ha trovato nella guerra un detonatore ulteriore. «Una guerra vicinissima, aberrante nelle conseguenze umane, desolante per la fiducia dei mercati e i flussi internazionali», commenta il presidente della Federazione italiana Pubblici Esercizi – Fipe Confcommercio, Lino Enrico Stoppani.

UN MODELLO A RISCHIO

Nefasta nelle conseguenze economiche anche di medio periodo, tra scarsità di materie prime, sanzioni commerciali moralmente doverose ma inevitabilmente dolorose anche per la parte che le commina».

Secondo Fipe Confcommercio «rischia di andare definitivamente in crisi il qualificato modello diffuso dei Pubblici Esercizi Italiani». La richiesta al Governo è di coinvolgere le rappresentanze d’impresa per trovare le soluzioni più efficaci a misura di economia reale».

«Siamo ormai in perenne stato di crisi – continua Lino Enrico Stoppani – tra allarmi, emergenze ed urgenze a non finire. Quello che è ancora più drammatico è che, ad ogni problema risolto (o tamponato), altri emergono all’orizzonte più numerosi, e talvolta più gravi, in un effetto moltiplicatore che turba e mina la fiducia delle persone.

LA CRISI DEI PUBBLICI ESERCIZI ITALIANI

Davanti a questa degenerazione fuori controllo delle crisi, si impone la necessità di gestire lo scenario drammatico con il quale ci si sta purtroppo confrontando. È certamente prioritario attivare tutte le iniziative di solidarietà per le popolazioni colpite attraverso piccoli e grandi gesti, come sta succedendo diffusamente anche nel nostro mondo».

«Al contempo, tuttavia – continua il massimo rappresentante di Fipe Confcommercio – chiediamo di non abbassare l’attenzione sui settori più in difficoltà con misure urgenti sui temi della liquidità, con la proroga delle moratorie creditizie, fiscali e contributive.

Sempre secondo Stoppani, occorrono «interventi tampone e strutturali sul caro energia e monitoraggio dell’inflazione, contrastando i movimenti speculativi. Senza imprese, infatti, non c’è futuro per il Paese».

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